I cani e Ferlinghetti attraverso cento immagini: mostra al Centro di fotografia di Paola Nicita

"Il cane trotterella libero per strada e ha da vivere la sua vita da cani a cui pensare e su cui riflettere toccando e assaggiando e provando ogni cosa, indagando ogni cosa senza giurare il falso un vero realista con una favola vera da raccontare e una coda vera con cui raccontarla(...)". 

L'incipit della poesia dedicata ad un Cane, che Lawrewnce Ferlinghetti ha inserito nella sua celebre e fondativa raccolta "A Coney Island of the Mind- Un luna park della mente", pubblicata nel 1958, è il filo conduttore per la mostra concepita come un omaggio al poeta e pittore americano, fondatore insieme ad Allen Ginsberg della Beat Generation, e che Letizia Battaglia, direttrice del Centro internazionale di fotografia ai Cantieri culturali alla Zisa, ha voluto dedicare alla scomparsa dell'artista, a febbraio, a 101 anni.

 Irriverenti, psichedeliche, libertarie, queste poesie nascono dalla volontà di rappresentare, diceva lo stesso Ferlinghetti, "senza censure le tragicomiche pagliacciate di quelle creature bipedi note col nome di esseri umani". Un proposta espositiva aperta a tutti, che vede qui la partecipazione di oltre centro fotografi, che con le loro immagini hanno voluto omaggiare affettuosamente il grande poeta con una fotografia legata alla sua poesia. 

 Cani, dunque, in mille modi: in bianco e nero e a colori, sdraiati al sole e esposti alle intemperie, veloci e sfuggenti quasi da essere solo una macchia veloce o immobili e con lo sguardo dritto all'obiettivo. Cani nelle città e cani al guinzaglio, girovaghi accompagnatori in luoghi periferici e nelle campagne, nelle case confortevoli, tra amori e abbandoni, sempre più simili, negli sguardi e nelle movenze, ai loro padroni. 

 Se è vero che ci sono anche grandi fotografi - come Erwin Elliot dell'agenzia Magnum che hanno trascorso la loro vita a fotografare unicamente cani- qui la declinazione è davvero aperta e sembra, di immagine in immagine, legarsi ai mille sguardi presenti nella poesia di Ferlinghetti :"Un vero cane democratico (...) con qualcosa da dire sull'ontologia qualcosa da dire sulla realtà e sul come vederla e come ascoltarla con la sua testa girata di lato agli angoli di strada come se stessero per fotografarlo (...)". Immagini sincopate e filanti, semplici o costruite, ingenue o sottili, che nel loro susseguirsi ricompongono nel loro insieme ciò che annuncia il titolo: una "Coney Island mentale", un luna-park dell'anima. Con zampe e coda.

Commenti

Post più popolari